Educare i bambini all’intelligenza emotiva

L’intelligenza emotiva e l’educazione camminano di pari passo, creando un percorso di benessere psichico per il bambino. Ogni principio educativo contribuisce a creare le basi per la crescita psicologia del bambino in totale serenità ed equilibrio.

Entrando nello specifico, cosa si intende per intelligenza emotiva?

Si parla della capacità di gestire in maniera consapevole i propri sentimenti e le proprie emozioni, specialmente quando ci si trova insieme ad altri individui. Le emozioni infatti non sono solo quelle “piacevoli“, ma talvolta anche “spiacevoli” e proprie quest’ultime portano spesso a vivere dei disagi personali. Educare all’intelligenza emotiva significa aiutare i bambini ad avere consapevolezza delle proprie emozioni, ad imparare a gestire quelle negative e soprattutto ad esteriorizzarle, per non incorrere nel rischio di vivere di frustrazione o di sfogarsi agendo in maniera violenta. È fondamentale che i bambini imparino ad esprimere il loro stato emotivo per sviluppare l’autocontrollo, l’empatia e la condivisione con gli altri. I bambini che acquisiscono queste capacità sono più sicuri di se, sereni ed equilibrati.

Alla base dell’allenamento emotivo ci deve essere di certo un aiuto da parte di genitori ed educatori, i quali immedesimandosi nei panni dei bimbi riescono a gestire soprattutto le loro emozioni negative e di conseguenza momenti di tristezza, paura e rabbia.

Lo psicologo dello sviluppo John Gottman, nel suo testo “Intelligenza emotiva per un figlio“, ha identificato 5 mosse strategiche per aiutare i bambini a sviluppare l’intelligenza emotiva:

  • Analizzate sempre la situazione, per comprendere se dietro ad un comportamento sbagliato c’è una situazione di malessere e disagio e capire quale possa essere la causa scatenante;
  • Non sminuite o ignorate le emozioni negative. Quando un bambino scoppia in lacrime, supportatelo e non lasciate scorrere la cosa pensando si tratti solo di un “capriccio“. I bambini infatti hanno bisogno di supporto e i genitori possono aiutarli a comprendere il motivo di questo malessere e a superarlo, evitando di crescere con delle insicurezze;
  • Ascolto empatico, dedicate del tempo al bambino e dimostrategli di aver capito cosa prova, riconoscendo il loro stato emotivo;
  • Aiutate ad esteriorizzare le emozioni attraverso l’utilizzo delle giuste parole, i bambini che imparano a descrivere il proprio stato d’animo riusciranno a gestire meglio le emozioni negative;
  • Fissate dei limiti da non superare nei momenti negativi, in questo modo si eviteranno comportamenti sbagliati e per il bambino sarà più semplice trovare una soluzione al problema in maniera autonoma, ma soprattutto eviterà inutili capricci.

Ecco alcune letture, presenti sul nostro Catalogo e sul nostro sito web, idonee per comprendere meglio le emozioni:

LE MIE EMOZIONI

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100 pagine di attività e giochi interattivi. I piccoli lettori potranno scrivere, tagliare, incollare adesivi e imparare a riconoscere le proprie emozioni. Il gioco diventa così il mezzo privilegiato per esprimere i propri sentimenti, interpretare e raccontare le situazioni di tutti i giorni. Con questo linguaggio gli adulti potranno affrontare argomenti impegnativi e aiutarli ad identificare un problema e a trovare in automi le risorse emotive per risolverlo.

LA FIDUCIA IN SÈ

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“Sono capace”, “Posso andare verso gli altri”, “Sono amato”, “So quello che voglio!”. La fiducia in se stessi si coltiva! In questo quaderno di attività la psicoterapeuta Isabella Filliozat fa scoprire al bambino le quattro tappe indispensabili per conoscersi: sviluppare la sicurezza interiore, osare, aumentare le competenze e sentirsi a proprio agio nella vita.

RABBIA E RITORNO ALLA CALMA

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«La rabbia è una bella emozione», «Mi permette di affermarmi», «Mi permette di dire stop! quando sono minacciato». Ci è stato sempre insegnato che la rabbia è negativa. Il fatto è che viene spesso confusa con la violenza, mentre si tratta di due cose molto diverse. Da dove viene la rabbia? Come esprimerla senza violenza? Come placarla?

IL LIBRO ARRABBIATO

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In ogni doppia pagina ritroviamo sulla destra il libro adirato e sulla sinistra un topolino rosa che cerca il modo di placarlo. Il bambino opera un transfert sul libro, suo vero e proprio specchio. Questa storia dimostra che non esiste un metodo per far passare la rabbia a qualcuno, ma che tentando varie vie si finisce per riuscirci. Man Mano che si girano le pagine il libro cambia colore, fin quando si rilassa e tutto finisce in una risata generale.

IL LIBRO CHE DORME

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Il libro che dorme capovolge i ruoli: è ora di andare a letto, ma sta al libro, e non al bambino, a chiedere che gli si racconti una storia prima di dormire. Un po’ alla volta le palpebre si fanno pesanti, si chiudono appena gli si da un bacio, e lui si addormenta. Quest’astuzia narrativa e ludica permette al bambino di dissociarsi da come vive l’andare a nanna per diventare spettatore e aggirare così i suoi blocchi temperando l’intensità emotiva.

IL LIBRO INNAMORATO

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Oh quant’è carino! Il libro è innamorato! Arrossisce? Ma di chi è innamorato? Chiediglielo, ma oserà dirtelo? Un libro interattivo per una lettura vivente e per far innamorare i bambini dei libri.

IL LIBRO CHE HA PAURA

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Il libro che ha paura capovolge i ruoli: sta al bambino rassicurare il libro e spiegargli di non aver paura. Un topolino spiega al bambino come interagire con il libro come farebbe l’adulto per calmare il suo piccolo. Quest’astuzia narrativa e ludica permette al bambino di dissociare per diventare un semplice spettatore e aggirare così i suoi blocchi temperando l’intensità emotiva.

 

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