La maggior parte dei bambini possiede un oggetto a cui sono particolarmente legati, a tal punto da trovare difficoltà a separarsene soprattutto nei momenti che precedono il sonno o anche nel caso in cui si debba ad esempio affrontare un viaggio. Senza ombra di dubbio l’esempio più famoso per comprendere di cosa stiamo parlando è quello della copertina blu di Linus delle famose vignette di Peanuts. L’oggetto o il fenomeno transizionale fu studiato dal pediatra e psicoanalista inglese Donald Wood Winnicott, il quale sosteneva che si trattasse di una fase di sviluppo intermedia fra quella psichica e quella della realtà esterna. Questo oggetto, che può essere un peluche, una bambola piuttosto che una copertina, rappresenta un oggetto al quale i bambini si attaccano per realizzare gradualmente il distacco dalla fusione con la madre, avvicinandosi così alla realtà condivisibile. Secondo Winnicott, infatti, i bambini in tenera età vivono una fase in cui non hanno ancora piena consapevolezza del mondo e della realtà che li circonda e dipendono totalmente dalle cure materne. Ecco quindi che subentra la madre “sufficientemente buona“, vale a dire quella madre che si adatta totalmente alle esigenze e ai bisogni del proprio piccolo, dandogli così l’illusione di creare una realtà esterna che corrisponda ai suoi bisogni. Nel momento in cui la madre viene meno a questa situazione di adattamento, poiché reputa che sia giunto il momento in cui il bambino può confrontarsi in parziale autonomia con il mondo esterno, subentra l’oggetto transizionale. Come il termine stesso denota si tratta di una vera e propria transizione o separazione del bambino dall’unione con la madre al rapporto come qualcosa di esterno e separato. Per quanto a noi adulti possa sembrare un semplice oggetto, per i bambini è di primaria importanza poiché grazie ad esso sono in grado di esorcizzare la paura dell’abbandono e del distacco con la madre. I bambini utilizzano l’oggetto transizionale come mezzo per scaricare tensione, frustrazione o tristezza e rappresenta un legame reale e forte anche se si tratta di un semplice peluche. Non tutti i bambini però ne posseggono necessariamente uno, ci possono essere anche semplici azioni di routine che svolgono lo stesso compito, come ad esempio lasciare una lucina accesa quando dormono. Solitamente i bambini non scelgono l’oggetto per un particolare motivo, ne sono semplicemente attratti, è amore a prima vista. È bene inoltre non forzarne la separazione o un eventuale cambio, poiché quando questa fase transizionale sarà superata, il bambino stesso in maniera del tutto autonoma se ne separerà o troverà qualcos’altro a cui rivolgere il suo interesse.

Una risposta a "L’oggetto transizionale, cos’è?"